Famiglia Bugatti

Famiglia Bugatti

FAMIGLIA BUGATTI

Per un adolescente le priorità nella vita sono due: procrastinare e svegliarsi tardi la mattina. 

Fu proprio per il secondo motivo che Giuseppe, il primo fratello Bugatti, verso la fine della terza media, dovendo decidere a quale scuola superiore iscriversi, prese la piantina di Brescia e cercò la scuola più vicina. Dalla nostra casa al liceo Calini si poteva arrivare in 8 minuti a piedi, 2 in bici. Questo significava potersi alzare pochi minuti prima delle 8. I nostri genitori ci hanno sempre obbligato a partecipare ad almeno 3 open day di scuole diverse, perché "non si sa mai", ma per Giuseppe la scelta era già presa: si sarebbe iscritto al Liceo A. Calini. Lui era portato per le materie scientifiche e gli piaceva la storia, era senza dubbio la scuola ideale: vicina, scientifica, in un edificio dal sapore antico.

Saranno stati il contagio della pigrizia, l’inerzia delle scelte, i rimandi positivi di Giuseppe, ma il risultato fu che al Calini ci iscrivemmo in altri 5 fratelli. 6 fratelli Bugatti su 7 hanno frequentato questo liceo: Giuseppe nato nel 1991, Guido nel 1992, ed io, Domenica,nel 1996, Maddalena nel 1998, Isacco nel 2000, Rachele nel 2002. Solo Maria, del 1993, ha preferito il liceo scientifico sperimentale dell’ITIS.
I nostri genitori all’ultimo colloquio, dell’ultimo anno, dell’ultima sorella, hanno stimato di aver partecipato a circa 450 colloqui con i professori del Calini, vi lascio immaginare la pazienza. 

Fra noi fratelli caliniani alcune esperienze e vissuti sono stati simili, altri molto diversi, abbiamo frequentato tutti differenti sezioni. Alcuni fratelli sono partiti in prima superiore con classi di 25-30 alunni e sono giunti alla maturità la metà. Alcuni sono arrivati alla fine con quasi tutti i compagni del primo anno.

Il Calini ci ha regalato tante emozioni. C’è chi ha partecipato al laboratorio teatrale, chi ai giochi matematici, chi al gruppo Calini Green, chi ha concorso al Book Trailer Film Festival. Tutti noi abbiamo nel cuore i Dies Fasti, condividendo in famiglia i temi ed i momenti di allegria. La mamma non ha saltato un solo giorno ai Dies Fasti, apprezzando particolarmente le conferenze del prof. Liberini. 

Il papà è sempre stato convinto che io ed i miei fratelli deteniamo due primati scolastici: il minimo studio pro-capite, ed il minimo numero di assenze. Una volta, l’ex preside del Calini, prof. Cinque, spiegò ai genitori che il liceo era una scuola impegnativa e che bisognava mettere in conto almeno 5 ore al giorno di studio; mio papà pensò: “Quando mai!”. I miei fratelli dichiaravano che loro studiavano la notte, quando nessuno li vedeva. Secondo me, nessuno di noi da adolescente ha mai studiato 5 ore al giorno, nemmeno 4.  Noi studiavamo 10 ore quando avevamo la verifica, altrimenti il resto del tempo giocavamo o litigavamo tra fratelli.

Sempre i miei genitori dicevano che la presenza a scuola era un nostro dovere. Questa indicazione familiare e l’ottima salute e ci hanno consegnato libretti delle assenze quasi intonsi. Isacco, in terza superiore, decise di “bruciare” l’ultimo giorno di scuola andando in castello su proposta di un’amica. Il papà si accorse dal registro elettronico di questa assenza ingiustificata. Isacco inventò storie strane e negò l’assenza; per questa menzogna, saltò una vacanza alla quale teneva molto. Il povero pianse un giorno intero.
Al mio terzo anno di scuola, dopo il mio secondo 3 in fisica,“bruciare” magari avrebbe avuto più senso, dicendolo anche ai miei; ma non è schivando colpi che si impara a parare, quel 3 mi apparteneva e me lo meritavo.  E il brivido del rischio dove lo mettiamo?

Nella scuola italiana ti continuano a parlare del dopo. Alle elementari ti dicono che ti devi preparare per le medie, alle medie per le superiori, alle superiori per l’università e all’università per il lavoro. Al liceo Calini il tempo è mescolato, o forse sei come sospeso nel tempo. Il passato trasuda nei muri e nei programmi, nei libri e nei dizionari dei fratelli, con i loro appunti.  Il futuro ti interpella con le infinite opportunità accademiche.  Ma è il presente che ti tiene ancorato a terra con le interrogazioni, le verifiche e le spiegazioni dei professori, a volte magistrali. 


Magari accade con tutte le scuole, ma a noi è rimasto l’odore. Questa scuola la sentivi di tutti, ma la sentivi soprattutto tua.  E riconoscersi profondamente appartenente ad un luogo, anche se ci si sveglia alle 7:45 per arrivare alle 8:00, non è scontato e poi i compagni di classe che ti aspettano, relazioni significative, i professori, che nella loro essenza sono lì per te, ad arrabattarsi per insegnarti la vita attraverso la matematica o il latino, e gli orizzonti culturali, che ti strizzano l’occhio, perché forse ora ne comprendi l’importanza. Tutto questo possiamo sentirlo ancora molto presente, nonostante gli anni passati.
Rachele all’inizio del confinamento per il Covid si è stanziata per alcuni giorni fuori dalla scuola a seguire le lezioni online al freddo e al gelo, insieme ad altri studenti. Desideravano tornare al Calini perché la scuola a casa, non è scuola. La didattica a distanza li privava di relazioni fondamentali per crescere. 

Alla fine, Giuseppe ha conseguito una laurea triennale in Geologia all’Imperial College di Londra, un master in Ingegneria Ambientale a Cambridge e la laurea magistrale in Scienze Naturali all’università di Milano, ora è insegnante di ruolo in Matematica e Scienze alla media Tridentina di Brescia. 

Guido si è laureato in Matematica a Pavia ed è insegnante di ruolo in Matematica e Fisica al liceo Leonardo di Brescia. 

Io (Domenica) mi sono laureata a Padova in Psicologia e lavoro a Parigi in una società di formazione al lavoro. 

Maddalena ha conseguito la triennale in Fisica a Pavia, la magistrale in Astrofisica a Ginevra e a settembre 2023 inizierà il dottorato sempre a Ginevra. 

Isacco ha terminato nel 2023 l’accademia teatrale Goldoni di Venezia e da settembre tenterà la fortuna nel mondo del cinema a Roma. 

Rachele si iscriverà al terzo anno di Scienze Politiche a Torino e noi ci auguriamo diventi una futura Presidente del consiglio green. 

Tutti abbiamo ricevuto borse di studio, qualcuno è entrato in collegi di eccellenza, ci sono state tante lauree con lode. Tutti quanti noi c’iscriveremmo di nuovo al Calini, ringraziando. Come si può non guardarsi indietro e riconoscere il ruolo del Calini nelle nostre vite? Ci ha ben preparato e ci ha offerto stimoli in diverse direzioni: qualcuno ha preso un indirizzo scientifico, qualcuno umanistico, qualcuno artistico.  Il Calini ci ha regalato la capacità di scegliere.

Tutti abbiamo mantenuto legami con alcuni compagni di classe. Strade diverse percorse poi, ma si cerca di risentirsi o ritrovarsi. Troppo tempo passato da vicini di banco e troppe emozioni condivise. Non si possono cancellare o dimenticare.

Ho come l’impressione che questo testo verrà letto solo da persone ultraquarantenni, che ormai della scuola superiore hanno solo un lontano ricordo. Ma se invece sto parlando con te, che sei caduto nelle grinfie del Calini, voglio dirti che comunque vada non te ne pentirai. Ed ho anche un consiglio: vivila questa scuola, perché è lì per te. Non studiare 5 ore al giorno, ma non mancare ad una sola conferenza dei Dies Fasti. Arrabbiati, non smettere di arrabbiarti, e poi gioisci, fino allo sfinimento. 

Guarda negli occhi i tuoi compagni e le persone che ti circondano, ci passi assieme 6 ore al giorno, non te li dimenticherai mai, loro possono aiutarti e tu li puoi comprendere nei loro bisogni. Non saltare la scuola per non prendere un 3, quel giorno ti regalerà emozioni che non pensavi di poter provare. Il terrore che nasce dai capelli e si dilaga nel corpo, mentre la professoressa passa il dito sull’elenco dei nomi, la soddisfazione e la potenza che si prova quando il nome chiamato non è il tuo od il frastuono del terrore se il nome è il tuo, che si tramuta rapidamente in un cortocircuito mentale.  Hai scelta, sempre. Puoi scegliere che persona sarai e che persona essere, non calpestare la tua dignità e sorridi. In questo il Calini ti accompagna, se glielo concedi. 

Domenica Bugatti