Gino Bambara

Gino Bambara

GINO BAMBARA

di Massimiliano Sorsoli

Descrivere mio nonno, Gino Bambara, è più facile di come potrebbe sembrare: era un mare di cultura, ma un mare sferzato da una continua tempesta creativa, che non lo faceva mai sentire solo, anzi lo appassionava giorno per giorno alla vita.
Un anno prima di andare in pensione mi disse semplicemente: ”Sai, mi sono stancato di scrivere di filosofia, ora che avrò più tempo a disposizione potrò dedicarmi  a un altro amore: la storia”. 

Detto fatto, diede alle stampe il suo primo libro dedicato alla guerra sul fronte jugoslavo, cui seguirono altre tre opere, l’ultima delle quali fu pubblicata nel 2017, un anno prima della sua morte.  Furono circa milleduecento pagine di ricerca profonda e catartica ad un tempo: 1200 pagine che gli fecero attraversare la senescenza con mente limpida e attenta alla realtà, senza rimpianti per il passato, ma rivolta al futuro.
Nell’arco dei suoi 96 anni di vita, il fatto di essere considerato uno studioso non gli creò mai problemi di incomunicabilità con il mondo, anzi, lo portò ad affrontare con concretezza e decisione i problemi che quotidianamente si trovava di fronte nell’ambito della scuola, prima come insegnante di storia e filosofia, successivamente come Preside sia del Gambara che del “Calini”.

E fu proprio questo Liceo Scientifico il motivo cui dedicò l’energia del suo pensiero e la forza del suo pragmatismo per quasi trent’anni. Da qui nasce il grande progetto della sperimentazione a triplice indirizzo (linguistico, artistico e fisico-naturalistico-matematico-informatico).

Fu il primo a portare la sperimentazione a Brescia in una scuola secondaria.

Quando mio nonno parlava della scuola si esprimeva con voce tonante dicendo con orgoglio:
“IL CALINI E’ UNA GRANDE SCUOLA, UN PRESIDE DEVE SAPER DIFENDERE  IL DIRITTO ALLO STUDIO E LA LIBERTA’ DI PENSIERO DEI  PROPRI ALUNNI E I  PROFESSORI  SONO LA PUNTA DI DIAMANTE DI QUESTO ISTITUTO”.

Realizzare la sperimentazione fu anche una spinta interiore per dedicarsi alla narrativa: scrisse due libri su questa avventura scolastica e accettò una sfida interiore, quella di raccontare ai lettori che mondo di cultura fosse racchiuso nella sua città natale, Zara.

La morte giunse all’improvviso, inaspettata e gli impedì di completare il suo ultimo libro sulla Divisione Perugia.

Allegati

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