Mario Milani

Mario Milani

MARIO MILANI

(F. 1932)

Nacque a Toscolano, il 5 maggio del 1913. Dopo il «Calini» si iscrisse alla Facoltà di Medicina e Chirurgia di Milano. Contemporaneamente frequentava, nel tempo libero, l'Ospedale civile di Brescia, nel Reparto Medicina, diretto dal Prof. Baratozzi. Si laureò nella primavera del 1940.

Quindi vestì la divisa militare, prima al Corso Allievi Ufficiali e quindi in servizio presso reparti di diverse città. Nel 1942 partì per l'Albania ove, dopo l'8 settembre 1943, venne catturato dai Tedeschi e deportato in Germania. Nelle infermerie dei diversi «lager», si prodigò in ogni modo per curare i compagni ammalati, con i pochi mezzi a disposizione, ma con grande spirito di sacrificio. Subì le tragedie dei «lager» e la fame degli internati, fino al ritorno avvenuto nell'agosto 1945.

Riprese a studiare, ottenendo la specializzazione in medicina interna. Cominciò ad esercitare la professione come supplente in una condotta periferica di Brescia, molto povera e provata dalla guerra. La sua generosità, capacità e disponibilità verso gli umili e i bisognosi, venne ricambiata con l'affetto e la stima di tutti. Lo chiamavano «il medico dei poveri».

Venne colpito da infarto una prima volta nel 1960, una seconda nel '62, ma questa grave malattia non lo fermò nell'apostolato verso coloro che avevano bisogno del suo aiuto. Continuò l'assistenza ai suoi mutuati facendo ogni giorno centinaia di gradini, malgrado la sua grave cardiopatia.

Nel 1981 fu eletto Presidente della Sezione bresciana dell'A.N.E.I.

Accettò questa carica con entusiasmo, dedicandosi senza risparmio a nuove iniziative quali, nel 1982, un concorso fra gli studenti delle scuole medie e superiori, sulle condizioni di vita e le vicende dei prigionieri nei «lager».

La Sezione bresciana degli Ex prigionieri di guerra in Germania, dedicò, alla memoria del Dott. Mario Milani, il libro «8 settembre 1943», edito nel 1984.

Ma il suo male non lo perdonò e lo portò alla morte l'11 agosto 1983.

(Da memorie della vedova Giulia Masserdotti e dei compagni Ex Internati).