Rinaldo Sartori

Rinaldo Sartori

RINALDO SARTORI

(F. 1926)

Nacque a Brescia il 2 febbraio 1909. Il padre, Alessandro, era caporedattore del giornale liberale “La sentinella”. La madre, Pia Treves, era insegnante di lettere italiane e latine nella scuola magistrale e fu poi, dal 1926 al ’33, nel nostro Liceo scientifico.

Passò tutta l’infanzia e la giovinezza a Brescia, compiendovi tutti gli studi fino alla maturità scientifica, ottenuta con cinque 9 e tre 8, primo della classe.

Nel 1931 si laureò, a pieni voti assoluti, in Ingegneria industriale elettrotecnica, guadagnandosi il premio dell’Associazione “Per la Scuola” a favore dei migliori laureati del Politecnico di Milano.

Dopo aver prestato il servizio militare come Ufficiale di complemento nel Genio radiotelegrafisti e conseguita l’abilitazione professionale, per alcuni mesi del 1933, fu impiegato presso la Ditta F. Palazzoli e C. di Brescia che lasciò, avendo vinto una borsa di studio del C.N.R. per un corso di specializzazione presso il Politecnico di Milano.

Nel 1934 vinse un’altra borsa di studio del Ministero P.I. e fu nominato Assistente incaricato alla cattedra di Elettrotecnica del Politecnico di Milano.

Vinse ben tre premi Giuseppe Colombo, messi a concorso dalla Fondazione Politecnica Italiana, fra assistenti del Politecnico di Milano, nel 1936, nel 1939, nel 1946. L’Associazione Elettrotecnica Italiana gli assegnò il premio Iona per il biennio 1943-’44.

Nel febbraio 1940 conseguì la libera docenza in Elettrotecnica e nell’ottobre fu nominato aiuto ordinario.

Nell’ottobre 1949, vinse il concorso per la cattedra di Elettrotecnica all’Università di Genova, di cui divenne titolare nel 1950, assumendo anche la direzione dell’Istituto di Elettrotecnica della stessa Università.

Nel 1953, il Politecnico di Torino gli conferì l’incarico dell’insegnamento di Elettrotecnica. L’anno successivo fu definitivamente trasferito alla cattedra di Torino e gli fu affidata anche la direzione dell’Istituto Elettrotecnico Nazionale “Galileo Ferraris”.

Nell’Associazione Elettrotecnica Italiana, ricoprì le cariche di consigliere e Presidente della Sezione di Torino, di Vicepresidente generale dal 1963 e di Presidente generale dal 1970.

Fu Socio corrispondente e poi Socio nazionale residente dell’Accademia delle Scienze di Torino e Socio corrispondente dell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere.

Fu Delegato del Consiglio Nazionale delle Ricerche all’I.ME.KO., Presidente della Commissione di Metrologia del C.N.R., Membro della Commissione centrale del Comitato elettrotecnico italiano, Delegato italiano alla Conferenza generale dei Pesi e delle Misure, nonché ad altre riunioni internazionali.

Fu consulente della FIMI, della FIVRE e di altre Società. Consigliere di amministrazione della S.I.P.

Nel giugno 1971, gli fu conferito il Diploma di prima classe di benemerenza della Scuola, della Cultura e dell’Arte. 

Nell’aprile 1977, fu colpito da grave malattia, a seguito della quale dovette dimettersi da professore universitario, limitandosi a seguire le attività dell’Istituto “Galileo Ferraris”.

Nel gennaio 1981, il Presidente della Repubblica gli conferì il titolo di “Professore emerito”.

Sessantacinque pubblicazioni documentano i risultati di vari studi nel campo dell’Elettrotecnica. Assieme al Prof. Bottani compose il secondo volume del testo di Elettrotecnica. Anche per la Società editrice “La Scuola” scrisse uno studio storico su “Ampère”. 

Grande umanità e forza d’animo dimostrò sempre, anche se a volte queste qualità potevano sembrare nascoste dal suo carattere in certo modo “scomodo”, abituato ad esprimere tutto quello che pensava senza preoccuparsi di ragioni di convenienza, specie se si trattava di questioni di principio. Fu grazie a queste qualità che superò le terribili prove che la vita gli riservò, la perdita di una gamba in seguito ad un grave incidente stradale durante lo sfollamento negli ultimi anni di guerra e soprattutto, nel 1958, la dolorosissima scomparsa della moglie, Maria Danzi, cui era profondamente legato. 

Per inquadrare la sua chiara visione dei problemi della Scienza e dell’insegnamento, riportiamo un illuminante passo di un suo discorso: “Anche se attenuata, non è certamente spenta l’antica polemica fra chi vuole che l’ingegneria sia essenzialmente una Scienza sperimentale e chi invece pensa che la teoria, fondata su solide basi matematiche, debba avere una posizione predominante. I primi sostenevano che la teoria, per essere portata fino alle estreme conclusioni, richiede troppe schematizzazioni e semplificazioni per essere in grado di interpretare la realtà sconfinatamente complessa; gli altri ribattevano la esperienza è sempre un caso particolare e soltanto una teoria bene impostata può fornire un panorama abbastanza ampio e precisare i limiti di validità delle conclusioni. Alle radici della polemica ci sono certamente due mentalità diverse, che invece di scontrarsi dovrebbero aiutarsi integrandosi; da un lato ci sono gli uomini dotati di fantasia e intuizioni, capaci di descrivere e sintetizzare con parole il comportamento dei meccanismi; dall’altro ci sono gli spiriti più inclini alla analisi, che diffidano dell’intuizione e preferiscono le descrizioni esatte fornite dalle formule matematiche”. 

Rinaldo Sartori morì a Torino il 17 luglio 1981, lasciando tre figli: Sergio (1938), Marcello (1940), Mario (1948).

(Dalla rivista “L’Elettrotecnica” del febbraio 1982).

(Dalla pubblicazione: Il Liceo Scientifico “Annibale Calini” di Brescia, Magalini Editrice, 1987)