Vincenzo Lonati

Vincenzo Lonati

PROF. VINCENZO LONATI

(Lettere italiane e latine dal 1923 al 1941)

Era nato a Brescia il 21 gennaio 1875 ed alla sua città si sentì sempre legato anche durante gli anni in cui fu costretto a dimorare lontano per motivi di studio e per impegni professionali. Ricordava non senza commozione la casa materna di Montisola, dove con la famiglia aveva trascorso l'adolescenza e la giovinezza, e dove periodicamente si ritirava in solitudine. A Brescia frequentò il Liceo Arnaldo. Appena diciottenne passò a Pavia, allievo del Ghisleri, e segui i corsi universitari, conclusi nel 1899 con brillante laurea in lettere.

Iniziò la carriera di insegnante a Castiglione delle Stiviere, e solo attraverso numerosi trasferimenti di sede raggiunse Brescia, assegnato alla cattedra di letteratura nell'Istituto di Fisico-matematica, trasformato in seguito nel Liceo Scientifico «Annibale Calini» ove insegnò fino al 1941.

Per la solida erudizione, per l'appassionata oratoria, per la sicurezza con la quale sapeva dominare la letteratura italiana con interessi per le letterature classiche e straniere, fu tra i professori più ascoltati dai giovani esigenti, aperti a molti orizzonti.

Senza imporsi, per naturale discrezione, riusciva a carpire quanto di più originale e personale vi era nei suoi allievi, che non dimenticarono mai le sue lezioni. Autori congeniali furono Dante Alighieri, Alessandro Manzoni, Giovanni Pascoli, coi quali aveva colloqui giornalieri cercando in quelli la guida sicura nella via che conduce all'Eterno.

La sua attività non si esauriva nella scuola. Fece parte attiva dell'Ateneo di Brescia, valorosa accademia di scienze, lettere ed arti, che dal 1802 ha il merito di risvegliare, col desiderio verso il nuovo, la passione per la cultura e la storia bresciana nei vari aspetti. Nell’Ateneo ricoprì la carica di Segretario per 23 anni (1929-1952). Compresa fra le date delle due grandi guerre mondiali, l'opera sua appare di particolare rilievo giacché in essa si rispecchia la vita bresciana di quel periodo con rispondenza precisa attraverso gli accademici, ove figurano i più noti autori e gli scrittori più vivi dell’area bresciana, che consentono di investigare e di conoscere i problemi vissuti.

L’incisiva presenza di Vincenzo Lonati nell’ambiente culturale e artistico bresciano si ritrova nelle iscrizioni lapidarie (come non rileggere insieme l'epigrafe dettata per la cancellata monumentale del Vantiniano) «Evanuerunt dies et ultima spes vitae illuxit in Domino?», si ritrova nelle limpide pagine dei commentari dell'Ateneo, o nei profili di eminenti concittadini, alcuni riportati in «Pagine di Bontà» edizione non venale a favore della Associazione dei Donatori di sangue.

In queste pagine, come nelle sue commemorazioni, appare evidente il precipuo desiderio di offrire ai lettori una divulgazione dotta e raffinata con misurato equilibrio, con saggezza, soprattutto con dirittura morale. 

Morì il 5 agosto 1963. Ammalato, quasi immobile nel letto di una clinica cittadina, nel ricordo del suo lungo, operoso, intelligente insegnamento, compose, rivolgendola a se stesso, questa lirica:

 

Caro Vincenzo,

Quanto sei vecchio!

Sei come un secchio

Pien di fessure

Che versa lacrime

Di qua e di là, 

Da gettar via,

Del tutto inutile, 

In qualche vicolo

Della città.

I tuoi scolari

Bravi e non bravi

(Tutti li amavi)

Ti troveranno

E ti diranno:

     O Professore,

Quante belle ore

Tu ci donavi

Quando spiegavi

I tuoi poeti

E ci dicevi:

«Ciò che più vale

Entro la vita

Non è il denaro

Idol sovrano

Del tetro avaro.

Non è la gioia

Chiusa nei sensi

Che in breve ora

Perde l'incanto

E si fa noia.

Ma è l'anelito

Verso le altezze,

Dove il pensiero

Entro gli spazi

Vasti del cielo,

Entro il silenzio

Dell'infinito

Ode la voce 

Di una parola

Unica e sola

Che in sol due sillabe

Chiude l'immenso

Chiude l'eterno

E dice: DIO.

L'ho riportata come dal manoscritto che mi volle affidare, e che ebbi già occasione di pubblicare per la prima volta nei Commentari dell'Ateneo del 1958 con altri suoi componimenti che ebbi la sorte di racimolare.

                                                      Ugo Vaglia

(Dalla pubblicazione: Il Liceo Scientifico “Annibale Calini” di Brescia, Magalini Editrice, 1984)