Umberto Magni

Umberto Magni

PROF. UMBERTO MAGNI

(Ex Allievo F. 1942/A ed Insegnante di Matematica e Fisica nel 1950/51)

Nacque a Brescia il 17 novembre 1923 da padre emiliano e da madre toscana. Fin da ragazzo dimostrò interesse e passione per tutto ciò che riguarda il campo della fisica, della matematica e della ricerca in genere. Dopo il Liceo scientifico, era la guerra, partì per il servizio militare in aeronautica. Nel settembre ’43 era a Torino e, per sfuggire ai rastrellamenti, passo in Francia, ove si adattò a qualunque mestiere per vivere, finché trovò lavoro stabile in un albergo a Grenoble. E nel tempo libero continuava a studiare sugli amati libri di matematica e fisica. Fu anche partigiano, come dimostra la medaglia al merito di guerra conferitagli. In un tentativo di rientrare in Italia, a guerra finita, fu preso e imprigionato come spia nel “Fort Rabot” di Grenoble.

Finalmente liberato dall’arrivo degli americani, rientrò in Italia, dove riprese gli studi, laureandosi in matematica pura e conseguendo l’abilitazione all’insegnamento della fisica. Insegnò a Brescia, per un anno all’Istituto “G.C. Abba”, poi al “Calini” e quindi al Liceo scientifico “Luzzago” dove, per circa ventotto anni, fu Insegnante e Preside.

Quando a Brescia fu aperta la Facoltà di Ingegneria, fu chiamato a svolgere un’attività di collaboratore in fisica. 

Con il Prof. Ferretti Torricelli, di cui fu allievo, fu uno dei fondatori di “Astrofisma”. Negli anni sessanta e dal ’77, fu vicepresidente della “Mathesis” di Brescia.

Nella sua lunga carriera di educatore, tenne presso il “Calini” corsi per l’idoneità degli Insegnanti. Coltivò con amore le scienze matematiche e fisiche promuovendo seminari e conferenze. Fu apprezzato per l’impegno con cui seppe condurre i giovani alla conoscenza scientifica.

Compì e pubblicò numerosi lavori anche su temi inerenti all’uso di microcalcolatori e approntò apparecchi che poi utilizzava per verifiche e nuovi esperimenti. L’ultimo, un microprocessore, si trova nell’aula della Facoltà di Ingegneria che gli è stata dedicata. Terminatone il montaggio prima delle vacanze estive, non ne poté mai sfruttare le possibilità. Morì improvvisamente, nell’ospedale di Sassari il 25 luglio del 1980.

I suoi alunni lo ricordano come un professore severo, animato però da grande umanità e, al di là delle discipline scolastiche, dalla “logica” che costituiva per lui una scelta di vita. Era un uomo a cui fare riferimento. 

(Da memorie della vedova, signora Renata Gobbini).

(Dalla pubblicazione: Il Liceo Scientifico “Annibale Calini” di Brescia, Magalini Editrice, 1987)