Valerio Giacomini

Valerio Giacomini

VALERIO GIACOMINI 

(F. 1933)

Nato a Fagagna (Udine) il 21 gennaio 1914, si trasferì giovanissimo a Brescia ove frequentò le scuole medie ed il nostro Liceo dal quale uscì nel 1933. E fu proprio qui che si manifestò la sua passione per gli studi naturalistici, in particolare per la Botanica. Nel gruppo naturalistico «Ragazzoni» del nostro Ateneo, trovò maestri impareggiabili ed entusiasti, profondi conoscitori del nostro territorio: Ugolini, Arietti, Allegretti, Carini, Laeng... Frequentò poi il Corso di laurea in Scienze naturali presso l'Università di Pavia ove si laureò, nel 1937, con il massimo dei voti e la lode. Frequentò ancora vari corsi di perfezionamento in Italia ed all'estero, finché nel gennaio 1941 venne richiamato alle armi. Nel settembre 1943, fatto prigioniero della Wermacht, avendo rifiutato ogni forma di collaborazione, fu internato in campi di concentramento della Polonia e della Germania, dove rimase fino al maggio del 1945. Quantunque debilitato e bisognoso di cure, in attesa del rimpatrio, approfittò della riconquistata libertà per rilevare la vegetazione delle celebri brughiere nella «Lunerburgher Heide».

Rientrato in Italia, riprese la sua attività presso l'Università di Pavia, nelle Facoltà di Scienze e Botanica ed in quella di Farmacia. Ottenuta la libera docenza nel 1949, passò alla Università di Sassari, poi di Catania, in seguito di Napoli e quindi, nel novembre 1963 a quella di Roma, dapprima sulla cattedra di Botanica e poi su quella di Ecologia che tenne fino alla morte avvenuta il 6 gennaio 1981.

Numerosi sono i suoi studi pubblicati su riviste scientifiche italiane ed estere, le sue partecipazioni a congressi scientifici. Anche nel campo della divulgazione scientifica, Valerio Giacomini ebbe modo di esprimere le sue grandi doti, sia con gli scritti, quanto con la cinematografia e con la partecipazione alla Radio ed alla Tv di cui ricordiamo Telescuola. Molti di noi avranno in casa il volume «La Flora» della Collezione «Conosci l'Italia» del Touring Club, opera di grande valore, composta dal nostro Valerio Giacomini in collaborazione col Prof. Luigi Fenaroli.

Egli fu uno scienziato realista, consapevole dei valori e dei pericoli perché profondo conoscitore degli uni e degli altri. Educatore ed insieme divulgatore limpidissimo, con quella capacità di sintesi che è propria di chi abbia scavato in profondità le analisi; con quella semplicità che è possibile a chi maturi in se stesso le soluzioni prima di parlarne. Perché scienziato, umanista, professore, promotore di iniziative che potremmo definire rivoluzionarie, Valerio Giacomini era soprattutto ed essenzialmente un uomo.

Riportiamo alcuni passi dei suoi scritti, dai quali si rileva quanto interesse ed amore portasse alla scienza ed alla scuola:

«Ogni nostra energia vitale deve servire all'ordine e non al disordine, all'aumento della vita e non alla distruzione della vita: deve impegnarsi anche nell'ordine morale, che è, in fin dei conti, giustizia verso noi stessi, verso gli altri esseri, verso la vita totale del mondo».

«La scuola impone oggi ben più impegno e sacrificio di quanto chiedeva in tempi passati, e gli Insegnanti devono per primi, essi stessi, sentire quei problemi reali come qualcosa di stimolante, più appassionante di quel che poteva essere la distribuzione di cultura per sé stessa, come valore astratto e sacrale».

«Si deve vitalizzare la scuola con iniezioni di realtà, di concretezza, ricongiungendola alla vita di oggi, non ad una vita generica, convenzionale».

«Dimenticare la presenza della vita e il suo significato ordinatore, costruttivo, orientativo di tutta la realtà fisica, significherebbe trascurare un fondamentale criterio di informazione sul mondo che ci circonda; dimenticare la relatività delle spiegazioni, delle leggi, che troppo spesso dichiariamo essere la realtà viva della natura, falsa un discorso equilibrato e diffonde concezioni errate sullo stesso valore e significato delle scienze».

«Forse il più appassionante dei problemi reali è quello dell'ambiente, da cui dipende tanta parte della qualità della vita. I deterioramenti dell'ambiente sono così gravi, così evidenti intorno a noi, nonostante una nostra così pericolosa capacità di assuefazione, nonostante la nostra diffusa ignoranza in materia di valori ambientali, che essi balzano agli occhi e finiscono col premere su di noi tutti tragicamente. Li avvertono di più i giovani, e chiedono spesso a gran voce, e con ira, di essere posti in condizione di occuparsene, di avviare una lotta di liberazione da questo assedio di forze deteriori». 

«Non è possibile tacere. Avverrà pure che qualche resipiscenza si diffonda nella pubblica opinione, creando maggiori resistenze. I primi segni di un risveglio di coscienza civile, di autentica solidarietà umana stanno manifestandosi. E li dobbiamo soprattutto ai più giovani, ai giovani ai quali stiamo consegnando, spesso con paternalistico orgoglio, un mondo ricco di comunicazioni, di dinamismo, ma mente povero di vera umanità. Avanza a grandi passi un processo di avvicinamento fra gli uomini, un processo di unificazione del mondo». 

«Un ecologo ottimista potrebbe aggiungere che l'uomo ha canalizzato e disciplinato ad un tempo grandi flussi di energia incaricandosi di organizzare ed ordinare un mondo che non può più reggersi ormai sui soli processi ordinatori e spontanei della natura. Aspetti esaltanti, che contengono valori positivi, ma che ammettono purtroppo anche gravi sconfitte».

«Dai Commentari dell'Ateneo di Brescia per l'anno 1981, commemorazioni dell'Avv. Cesare Trebeschi e di Arturo Crescini).

 

(Dalla pubblicazione: Il Liceo Scientifico “Annibale Calini” di Brescia, Magalini Editrice, 1984)